Thomas Walther Collection
Allestimento presso gli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia dedicato alla selezione di fotografie della collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art di New York. La mostra allestita in collaborazione con Studioata, offre un’eccezionale panoramica storica sugli sviluppi maggiormente significativi della fotografia modernista dei primi quarant’anni del Novecento.
Le circa quattrocento opere che hanno plasmato non solo la pittura e le arti figurative, ma anche la cultura visiva del nostro mondo, nella proposta ideata da CAMERA sono introdotte da una sezione multidisciplinare che occupa gran parte del corridoio. Il percorso espositivo prevede un’inversione del percorso abitualmente seguito dai visitatori: ciò deriva dal duplice scopo di costruire un’utile contestualizzazione del periodo storico e artistico e di generare nei visitatori un crescente senso di attesa nei confronti del loro incontro con le opere.
La scelta della tavolozza dei colori per l’identità visiva della mostra si basa sullo studio di diversi prodotti grafici ed editoriali del periodo in esame, e caratterizza in modo coerente sia gli strumenti di comunicazione che l’allestimento.
All’interno dello spazio espositivo sono presenti elementi tridimensionali, basati sulla figura ricorrente del triangolo (con un riferimento all’uso del triangolo da parte di vari artisti del periodo, come El Lissitzky in Beat the Whites with the Red Wedge, come icona dell’arte d’avanguardia), sottolineato dal colore rosso.
categoria
design
data
2022
luogo
Torino, TO, Italia
crediti
allestimento: studioata & bump
mostra organizzata dal Museum of Modern Art, New York
a cura di: Sarah Hermanson Meister, ex curatrice del Dipartimento di Fotografia, The Museum of Modern Art, New York e Quentin Bajac, direttore del Jeu de Paume, Parigi con Jane Pierce, assistente alla ricerca, Carl Jacobs Foundation, The Museum of Modern Art, New York
coordinamento e sviluppo del progetto: Monica Poggi e Carlo Spinelli
visual identity: Elyron
foto: A. Guermani, C. Campanella e R. Nani